“Nonostante tutto”, il ritorno di Francesca Lizzio in casa PE

Esce oggi, 16 luglio, Nonostante tutto, il grande rientro in casa PE di Francesca Lizzio. Una penna intima, delicata, riflessiva. Non c’è mai nulla di facile o di scontato nelle storie di Francesca, e anche questa volta i suoi protagonisti si scontreranno con gli imprevisti della vita.

Cristina è una ragazza segnata da un passato ingombrante che ha cambiato la vita anche alle sue sorelle, Su ed Emma. Ora si ritrova a fare i conti con la fine di un amore e con le sue conseguenze. Proprio quando ha il cuore a pezzi, la vita le riserva un imprevisto che la porterà a ripensare alle sue radici e al rapporto complicato con le sorelle. Scoprirà così che soltanto ripercorrendo le ferite del passato potrà rinascere, libera dal peso di ciò che è stato.

Francesca, un graditissimo ritorno per i tuoi lettori. Cosa hai preparato per loro?

Ho scritto una storia molto diversa da quella di Sara, più intensa e complicata. La stesura è stata abbastanza travagliata. Non mi sentivo all’altezza. Cambiavo spesso idea, decidevo di metterla da parte definitivamente, ci ripensavo. Cristina e tutti gli altri personaggi erano sempre lì, mi tormentavano affinché decidessi di proseguire. Diversamente dalla prima volta, mi sono serviti degli anni per riuscire a trovare la strada e la conclusione che mi sembrava più adatta.

Com’è tornare in stampa dopo questi anni? Lo affronti in modo diverso?

L’emozione è sempre la stessa. Un misto di felicità, terrore e ansia. Scrivere è l’unica cosa che non mi fa mai sentire fuori posto ma nel momento in cui mi soffermo a pensare al fatto che altre persone leggeranno quello che ho scritto, mi sento spogliata di ogni difesa. Però non posso farne a meno, scrivere è un atto liberatorio, sempre.

Da dove nasce l’idea per Nonostante tutto?

Anche stavolta non ho deciso autonomamente di mettermi al pc e scrivere, è stata Cristina a insistere per giorni e giorni. Non che rappresentasse un disturbo ovviamente, soltanto che i personaggi si presentavano in qualsiasi momento e mi ritrovavo col “vivere a metà” perché distratta dalla loro presenza costante. Sentivo i dialoghi, i sentimenti, vedevo i luoghi (non oso immaginare cosa mi verrebbe diagnosticato se uno psichiatra leggesse quest’intervista). Scherzi a parte, dipendesse da me non farei altro che scrivere.

Ci presenti i tuoi personaggi?

Cristina, alla soglia dei suoi ventinove anni, deve fare i conti con qualcosa che non sa proprio come affrontare. Jacopo, con cui pensava di condividere un amore stabile e duraturo, è una presenza costante nonostante sia un personaggio pressoché assente. Il ricordo di questo amore è sempre lì che aleggia nell’aria, con tutte le sue speranze e i suoi sogni traditi.
Le sorelle, Susanna ed Emma, hanno un ruolo molto importante all’interno della storia. Tutte e tre, in modi diversi e allo stesso tempo simili, hanno sofferto e cercano conforto l’una nell’altra ma si ritrovano sempre sull’orlo del precipizio.
Erica e Beatrice sono le colonne portanti nella vita di Cristina, le amiche grazie alle quali riesce a capire che ha in sé la forza per andare avanti e affrontare quello che succederà.

Cosa vorresti che rimanesse ai lettori della tua storia?

Mi auguro che chi la leggerà si sentirà come se stesse varcando un’uscita d’emergenza dal caos quotidiano. Per quanto mi riguarda, i libri devono avere questo compito: trasportarci altrove in qualsiasi momento, dare conforto e magari farci sentire meno soli.

Questo per te è il secondo libro: non c’è due senza tre?

Chissà.

Intervista a cura di Annalisa Panesi

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