Tra flashback e flashforward, il racconto-monologo del protagonista, che non ha nome e con un’età indefinibile, si snoda tra luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza appena evocati, situati nell’Alto Monferrato e a Genova, in una continua riflessione e in un tempo sospeso. Il doppio viaggio nel passato e nel presente, che egli compie per la vendita della fatiscente villa dei nonni paterni, è avvolto in una dimensione misteriosa e ricca di interrogativi sul proprio vissuto: come se fosse prigioniero dei territori nascosti nel suo inconscio più profondo e nei suoi ricordi, riesumati fra esperienze dolorose e dubbi ancora non risolti. La vendita della villa diventa la metafora della vita stessa del protagonista, spezzata nell’adolescenza da tragiche vicende familiari che hanno segnato profondamente anche il suo futuro di adulto. I brani di musica classica che accompagnano la lettura evidenziano e sottolineano lo stato d’animo del protagonista.

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Armando Fabio Ivaldi ha compiuto i suoi studi formativi tra Genova, Firenze, Bologna e poi fra Londra e Parigi, laureandosi in Lettere (Storia del Teatro e dello Spettacolo) nel 1973 e quindi in Storia dell’Arte (indirizzo medievale-moderno) nel 1976. Nel 1980, su richiesta dell’Université Paris-Sorbonne, entrò a far parte dell’Organisation Internationale des Experts con sedi a Parigi e Ginevra. Ha collaborato e collabora con vari enti culturali, teatri, librerie antiquarie-case d’asta, università italiane e straniere. Nel 2011 ha tenuto una serie di lezioni e conferenze sulla scenografia italiana tardobarocca nell’ambito di un master sulle arti visive organizzato dall’Università di Vigo (Spagna), mentre l’anno successivo, per iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, ha contribuito alla realizzazione del film-documentario Il vate di Dubrovnich. Ruggiero Giuseppe Boscovich, prodotto dalla Radiotelevisione Croata (Hrtvatska Radiotelevizjia). Conosciuto al pubblico internazionale come saggista e storico dello spettacolo e della scenografia, pubblica su riviste specialistiche di Storia dell’Arte, di Musicologia e di Studi e Ricerche sulla danza e in volumi nati da convegni e seminari internazionali di studio. Ancora molto giovane (1974) è stato uno degli iniziatori non solo della riscoperta della scenografia e della scenotecnica fra il secolo XVI e il XIX, ma anche della nascita degli studi sugli “apparati effimeri” barocchi. Alcuni suoi lavori si considerano ormai delle pietre miliari anche a distanza di tempo. La narrativa è stata per lui un’esperienza giovanile che doveva portarlo alla pubblicazione del suo primo romanzo nel lontano 1975, poi vanificata da eventi famigliari, ma riportata alla luce in questa nuova versione. Con Panesi Edizioni ha pubblicato “Avrò tregua a dì sì gravi?”. Opera e ballo a Genova durante la Restaurazione (1816-1848) (2016) e Sarà tutto passato (2018).

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